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Didattica |
Un ottimo sito in cui si tratta con competenza della didattica meteo è il seguente: Anche nei vari siti meteo segnalati nella pagina siti meteo si trovano molte pagine di didattica. In particolare nei vari forum, che potete trovare cliccando qui, c'è molto da imparare dai vari iscritti che discutono spesso con grande competenza dei vari aspetti del tempo e del clima. In alcuni trovate talvolta anche personaggi di spicco del panorama meteo nazionale.
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ANALISI DI ATTENDIBILITA’ CARTE AUTO-COSTRUITE DEL N.O.A.A ANALISI DI ATTENDIBILITA’ DELLE PREVISIONI DELLE PRESSIONI AL SUOLO SU UN PERIODO DI SETTE GIORNI NELLE CARTE AUTO-COSTRUITE DEL SITO DELLA N.O.A.A.
E’ noto a molti appassionati di meteorologia che presso il sito della N.O.A.A. (National Oceanic and Atmospheric Administration), all’indirizzo: http://nomad3.ncep.noaa.gov/cgi-bin/pdisp_gfs.sh?ctlfile=gfs_00z.ctl&varlist=onpovlp=noovlp&ptype=map&dir= è possibile costruirsi delle carte personalizzate di ben 56 parametri atmosferici riferiti a varie quote e per la regione geografica di interesse. In questo articolo esamineremo la carta della pressione al livello del mare (msl 0,12 hr) che si può tracciare alle ore 00Z e alle ore 12Z del giorno. Il modello utilizzato è l’MRF. Dall’indirizzo precedente vi si accede selezionando dal Server 3 l’opzione latest MRF. Nella pagina successiva si seleziona control file mrf.ctl e nelle options si spunta ‘include variable definitions and units’. Si clicca quindi su Next Page. Si seleziona quindi msl 0,12 hr. Nella linea ‘Level’ appare il la pressione di 1000 hPa. Come regione geografica di riferimento abbiamo scelto l’Italia e quindi abbiamo inserito nella riga ‘Map projection’ la voce ‘custom’, long. 5, long.width 15, lat. 36, lat.height 14. Cliccando su ‘Plot’ il programma fornisce finalmente la carta in cui sono riportate le isobare dell’ora scelta con linee accentuate e quelle previste a 12 ore dopo con linee più tenui. Come carta iniziale abbiamo scelto quella del 19 marzo alle ore 00Z e quindi abbiamo costruite le carte di previsione per le ore 12Z dei giorni successivi, cioè 20/21/22/23/24/25. La carta di pressione reale scelta per la comparazione è quella edita da Met Office, reperibile nel sito di Wetterzentrale, andando all’indirizzo http://www.wetterzentrale.de/topkarten/ e cliccando poi su FAX e quindi su Bracknell e infine su analyse. Nei giorni successivi al 19 marzo abbiamo quindi visionato queste carte di analisi della pressione al suolo, sempre riferite alle ore 12Z ed abbiamo quindi effettuato la comparazione. Abbiamo scelto questi giorni in quanto l’analisi generale stilata venerdì 19 marzo prevedeva una diminuzione di pressione sul nord Italia con il possibile instaurarsi nei giorni di lunedì 22 e martedì 23 marzo di una depressione centrata proprio sull’Italia settentrionale. Ci sembrava quindi interessante sapere se l’andamento reale della pressione avesse confermato le previsioni del N.C.E.P. Riportiamo di seguito la comparazione, giorno per giorno: Venerdì
19 marzo, ore 00Z: carta di inizializzazione che ovviamente
coincidono. Venerdì 19 marzo,ore 12Z: l’andamento della isobara 1020 (sull’Europa centrale) e dell’isobara 1024 (che taglia l’Italia settentrionale nella zona alpina) ha una discreta concordanza. L’isobara 1028 nella carta reale taglia l’Italia da nord a sud a ridosso della costa tirrenica. La carta prevista posiziona in questa linea ideale l’isobara 1026 e posiziona pressioni più elevate al largo del mar Tirreno e sulla Sardegna. Sabato 20 marzo, ore 12Z: la carta prevista e l’analisi reale coincidono apprezzabilmente: l’isobara 1020 passa in entrambe poco sopra le Alpi. l’isobara 1024 nella carta prevista taglia orizzontalmente l’Italia centrale sul nord della Toscana, nell’analisi reale si situa poco più a nord. L’isobara 1028 attraversa sia nella carta prevista che in quella reale la Sardegna e la Sicilia. Domenica
21 marzo, ore 12Z: ottimo accordo; l’isobara 1024 scorre in
entrambe le carte sulla Sardegna e sulla Calabria, l’isobara 1020
taglia l’Italia Centrale sia sulla carta di previsione che su quella
reale e infine l’isobara 1016 è in quasi perfetto accordo
passando sul Piemonte ed Emilia settentrionale, denotando
un’iniziale incurvamento a tendenza ciclonica. Lunedì 22 marzo, ore 12Z: la pressione è in diminuzione. La carta prevista situa un minimo depressionario di 1013 hPa sull’Italia nord-orientale, la carta reale invece lo situa più ad ovest, sulla Liguria, con un valore di 1009 hPa. L’isobara 1016 nella realtà abbraccia gran parte del Tirreno, spingendosi fin sulla Calabria; nella carta prevista si limita ad attraversare l’Italia centrale, mentre il sud della penisola è sotto l’azione di una rimonta anticiclonica proveniente da sud-est. Anche nella carta reale è presente questa zona anticiclonica centrata con il valore di 1026 hPa sull’isola di Creta. Da segnalare comunque che a 60 ore dall’inizio della validità la zona depressionaria sull’Italia settentrionale è stata correttamente prevista. Per domani è previsto uno spostamento verso est del nucleo ciclonico ed un suo contemporaneo approfondimento. Martedì 23 marzo, ore 12Z: ed invece nella realtà assistiamo alla formazione di due minimi depressionari, uno ad est della Corsica ed uno sull’Adriatico centrale, con valori di 1002 hPa, cioè inferiori al previsto. Complessivamente il sistema depressionario insiste più decisamente sull’Italia di quanto previsto. La depressione è anche più profonda di quanto ipotizzato ed anche le precipitazioni connesse sono più intense di quanto ipotizzato in altri modelli matematici e da vari previsori. L’isobara 1008 nella carta reale avvolge interamente l’Italia, mentre nella proiezione del N.O.A.A. ricopre parte dell’Italia centro-settentrionale e si spinge decisamente più ad est. L’isobara 1012 nella carta reale arriva fin sulla Libia, mentre nella prevista attraversa la Calabria. Mercoledì 24 marzo, ore 12Z: la situazione reale vede sull’Italia e sull’Europa centro-orientale una zona di bassa pressione con due minimi sul golfo Ligure e sull’Austria rispettivamente di 1001 e 996 hPa. L’isobara 1004 avvolge tutto il nord Italia e abbraccia poi una vasta zona dei Balcani. L’Italia è poi tutta contenuta dalla isobara 1012, esclusa la Sicilia, dove la pressione si attesta sui 1014 hPa. La carta prevista differisce purtroppo sensibilmente da questa analisi reale. Nella previsione l’Italia centro-settentrionale è sì in area depressionaria, ma con valori di 1016 hPa, di gran lunga superiori alla realtà. Nella carta prevista sembra rimontare un promontorio anticiclonico dalla Francia; nella carta reale invece l’anticiclone è posizionato con alti valori ad ovest dell’Irlanda e sull’Europa centrale sembra invece sia aperto un corridoio di basse pressioni adatto al transito delle perturbazioni da nord-ovest. Giovedì 25 marzo, ore 12Z: la situazione reale differisce ormai totalmente da quella prevista; nell’analisi alle ore 12 l’Italia settentrionale è in piena area depressionaria, con un minimo di 1008 sul golfo Ligure. L’isobara 1012 passa per la Svizzera, il golfo del Leone, la Sardegna e l’Italia centro-meridionale, ricoprendo poi gran parte dell’Europa orientale dove vi è un minimo di 995 hPa. Nella carta prevista invece appare un promontorio di alta pressione più accentuato sulle Alpi, con valori di 1026 hPa. Tutta l’Italia comunque ha pressioni piuttosto alte che arrivano al minimo di 1021 hPa sulla Sicilia. Conclusioni: la previsione appare complessivamente buona per 60/72 ore, mentre differisce poi nei giorni successivi anche in modo sensibile. Il modello prevedeva una bassa pressione sull’Italia settentrionale in rapido spostamento verso est, sostituita da una rimonta anticiclonica da ovest. In realtà questa rimonta non si è assolutamente avuta, anzi la depressione si è via via approfondita sul nord Italia e tutta l’Europa è stata l’azione di una zona ciclonica perturbata. Remo Facchin
“Anticiclone
consolidato, bel tempo stabile, nessuna perturbazione in arrivo”. Per
quasi tutte le persone queste notizie diramate dal meteo sono belle e
rassicuranti, a meno che non ci si trovi in un periodo di grave siccità.
Ma per l’appassionato di meteorologia il tempo bello e stabile è
apprezzato solo durante le vacanze al mare o in montagna. In generale al
cielo sereno privo di nuvole egli preferisce il cielo tempestoso,
all’azzurro di una tersa giornata invernale sostituirebbe volentieri
una bella nevicata. La
varietà del clima e soprattutto le sue manifestazioni più estreme
appassionano il meteofilo. Non è solo l’aspetto scientifico del
fenomeno o il constatare l’esattezza di una previsione. E’ qualcosa
di più profondo ed ancestrale. E’ l’osservazione meravigliata della
natura, della sua forza, delle sue molteplici forme. E’
l’ammirazione della sua violenza in un vento che tutto sconvolge, ma
anche della sua leggerezza in un lento turbinio di fiocchi di neve. I
fenomeni estremi attirano fortemente il meteofilo. In genere egli
predilige però il gran freddo al gran caldo. I record delle temperature
massime, spesso conclamati in modo grossolano, lo lasciano
indifferente. Essi sono associati ad un pigro anticiclone
africano, non a complesse e perciò interessanti situazioni della
circolazione atmosferica. Inoltre le punte massime sono collegate di
questi tempi nella comunicazione mediatica a noiosissime espressioni
quali “riscaldamento globale”, “tropicalizzazione del clima” ed
altre simili frasi ad effetto utilizzate ormai quasi sempre a
sproposito. E’ invece nelle ondate di gelo che la vera natura
dell’appassionato si rivela. Se è sufficiente un’isoterma anomala
per destare il suo interesse, è però nella prospettiva solo abbozzata
di un’intensa nevicata che si scatena il suo entusiasmo. E’ infatti
la neve che, molto spesso, ha trasformato un vago interesse per la
meteorologia in una grande passione. E’
misterioso questo tratto della personalità del meteofilo: la sua
sfrenata attrazione per la neve lo differenzia sostanzialmente dai suoi
simili. Mentre la gente comune detesta la neve per i disagi che
indubbiamente essa provoca, il meteofilo ama tutto ciò che è con essa
connesso, anche le difficoltà. Negli anni il nostro ha affinato i sensi
sia dell’odorato che
della vista, il primo per percepire anche il minimo soffio di “aria da
neve”, il secondo per scorgere immediatamente il più piccolo fiocco
di neve, messaggero dell’imminente precipitazione. Anche
nell’affrontare i disagi egli si distingue: è ben felice infatti di
prendere la pala per sgomberare la neve da cortili e marciapiedi e di
mettere le catene ai pneumatici. Tutto questo mentre la gente comune è
impegnata con conversazioni del tipo: “la neve è bella ma
in montagna” o “speriamo che si volti in pioggia”
oltre, naturalmente, a protestare con l’amministrazione di
turno, poco efficiente nel liberare non solo le strade, ma anche il
marciapiede prospiciente il proprio minuscolo cancelletto. Raramente
il meteofilo cade nei tranelli che la neve tende agli automobilisti,
conscio del fatto che per sua natura essa è un fenomeno meteorologico
abbastanza semplice da prevedere. La nevicata interessa infatti aree
geografiche generalmente piuttosto estese e non ha quindi un carattere
locale come ad esempio i temporali, la cui previsione località per
località è di gran lunga più difficile. Il
13 dicembre 2001, mentre l’Italia settentrionale era completamente
paralizzata da un’intensa precipitazione seguita da un forte
abbassamento termico che favorì la formazione di una straordinaria
patina gelata, l’appassionato di meteo era bel felice di assistere ad
un fenomeno per certi aspetti unico per velocità ed intensità.
L’evento era stato d’altra parte previsto con largo anticipo: nei
giorni precedenti la goccia fredda in quota proveniente dall’est era
stata costantemente controllata dai servizi meteo che avevano lanciato
ripetuti e inascoltati allarmi. Fuori luogo erano quindi le lamentazioni
dei giorni successivi in merito ai blocchi da record della circolazione.
L’automobilista o il camionista che si muove per lavoro è tenuto ad
essere opportunamente attrezzato in tali occasioni (e, molto importante,
a seguire le previsioni meteo!). Doppiamente colpevole invece
l’automobilista che, viaggiando per diporto personale o della famiglia
senza informarsi di possibili situazioni difficili, procura con la sua
impreparazione difficoltà o blocchi alla circolazione e mette anche
a repentaglio la vita delle persone preposte ai vari soccorsi. Anche
la vita del meteofilo è scandita dalla neve. Ricorda a memoria gli anni
e talvolta anche i giorni delle più importanti nevicate cui ha
assistito. Personalmente, associo il famoso 1985 ad una grande ondata di
gelo, il 1982 (sei settembre) e il 2003 (28 agosto) a distruttive
grandinate sulla mia città (Padova). Anche episodi meno eccezionali
sono per me altrettanto significativi. Ad esempio, il ’68 è per tutti
l’anno dei grandi sconvolgimenti sociali che segnarono una svolta in
larga parte della società mondiale; più umilmente, io preferisco
ricordarlo invece per la bella nevicata che a Padova iniziò proprio un
paio di ore dopo la nascita del nuovo anno e che terminò verso il
mezzogiorno dello stesso Capodanno, seguita da una decina di giorni
molto rigidi. E’ sicuramente un ricordo meno importante, ma molto più
personale. Le cose della natura sono decisamente più affascinanti delle
effimere vicende umane. Remo
Facchin, luglio
2005
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